MILANO, 23 DICEMBRE – “In tema di immobili abbandonati, invece di criticare Regione Lombardia rispetto ai recenti provvedimenti dell’Assessore Foroni, il Comune di Milano dovrebbe pensare a liberare i propri immobili di valore occupati abusivamente da decenni dai centri sociali o da sbandati, come la cascina Torchiera, Macao e l’ex scuola di via Zama”. A dirlo è il Commissario Provinciale di Milano della Lega Salvini Premier Stefano Bolognini, che commenta le parole dell’Assessore all’urbanistica Pierfrancesco Maran, in tema di rigenerazione urbana. “Trovo inoltre singolare che il Comune di Milano abbia la pretesa di cambiare una legge regionale senza consultare né ANCI, né gli altri 1.505 comuni della Lombardia”.
“L’assessore Maran – prosegue Bolognini – nei suoi interventi dimentica il principio dell’interesse pubblico e sostiene che tale prerogativa sarebbe esclusiva del PGT di Milano e della propria normativa che disciplina il recupero degli edifici abbandonati. Tale asserzione è chiaramente priva di fondamento dal momento che anche la norma regionale prevede che la delibera comunale di individuazione ‘attesta l’interesse pubblico al recupero dell’immobile individuato’”.
“Un secondo punto – sottolinea il commissario leghista – riguarda le finalità con cui gli edifici vengono individuati. E’ chiaro, leggendo la norma del PGT di Milano, che la soluzione principale risiede nella demolizione degli stessi, mentre quella regionale incentiva prioritariamente il recupero e poi, eventualmente, la demolizione. E’ per questo motivo che la norma ammette l’incremento dell’indice edificatorio massimo previsto dal piano, che però non è tout court del 25% come dichiarato, ma del 20%, se il recupero parte entro il termine di tre anni, trascorsi i quali il beneficio si perde. A questo può essere aggiunto un ulteriore 5%, ma solo a fronte di progetti con specifici elementi di qualità, quali la riduzione della superficie impermeabilizzata o dell’impronta al suolo dell’edificio”.
“Nel commentare la tempistica prevista dalla legge regionale – ribadisce Bolognini – si parla insistentemente di 5 anni, omettendo che in primo luogo la legge punta all’avvio del recupero entro tre anni. A questo proposito sono stati ritenuti inadeguati i limiti temporali imposti dal PGT, che mirano a dichiarare abbandonato e degradato un immobile dopo solo 1 anno. Si tratta di una misura che se può apparire eccessiva già per la realtà di Milano, lo è certamente per gran parte dei comuni lombardi, specialmente medio-piccoli, che non godono della dinamicità immobiliare del capoluogo e che devono quindi essere messi nelle condizioni di operare con tempi adeguati, proprio per evitare di dover ricorrere sistematicamente alla demolizione. A maggior ragione se questa dovesse comportare la definitiva scomparsa di realtà produttive. Regione poi, nell’intento di supportare i comuni, soprattutto quelli che non hanno la capacità di spesa di Milano, ha previsto un fondo con il quale sostenere le spese di demolizione o messa in sicurezza sostenute per il recupero del patrimonio edilizio dismesso a elevata criticità, qualora il comune abbia attivato l’intervento in via sostitutiva”.
“E’ poi incomprensibile – conclude il commissario del Carroccio – come, di fronte alla critica che la legge regionale implichi tempi troppo lunghi, lo stesso comune a distanza di oltre 12 mesi dall’entrata in vigore della legge non abbia ancora provveduto ad emettere il proprio atto di individuazione. Ancora una volta, il Comune di Milano, anziché confrontarsi con Regione Lombardia, ha scelto la via della polemica”.