MILANO, 22 SETTEMBRE – “Il problema delle case popolari è sociale, non solo manutentivo, dovuto alla difficoltà in cui molte famiglie versano e che dovrebbero essere aiutate a migliorare il loro stato attraverso i servizi sociali che sono del Comune”. Parlando con la ‘Dire’, il commissario provinciale su Milano della Lega, Stefano Bolognini, (che in Regione si è occupato della questione quando era assessore per la Casa, prima del rimpasto voluto da Attilio Fontana a gennaio che lo ha visto ‘migrare’ su altre deleghe, ndr) risponde alla proposta dell’assessore meneghino all’Urbanistica Pierfrancesco Maran, convinto che le case in capo ad Aler, l’azienda lombarda per l’edilizia residenziale di Milano, debbano essere gestite da Palazzo Marino.
“Potrei rispondere che Aler potrebbe prendere le case di Mm – prosegue Bolognini – visto che molti inquilini rimpiangono i tempi in cui le loro abitazioni le gestiva la Regione e non il Comune”. In ogni caso, “sono molte le case, non solo Aler ma anche Mm, che sono in condizioni di grave carenza manutentiva. Penso per esempio a via Fleming, via Rilke dove a ferragosto è anche scoppiato un incendio, Quarto Oggiaro, via Don Francesco della Torre, via Saint Bon o al quartiere Savoia in Zona 5”. E al tempo stesso, secondo Bolognini, sono tante anche le abitazioni e i quartieri gestiti da Mm “che sono in stato di degrado”. Il problema vero, per il commissario meneghino del Carroccio, è che “chi gestisce le case Aler o Mm deve occuparsi della questione immobiliare ma anche sociale, visto che la maggior parte dei problemi sono dovuti a questo”. Comunque, in molti quartieri Mm “l’utenza ha un Isee decisamente più alto rispetto a quello delle case Aler”, dunque, al netto del fatto che un reddito più alto non corrisponde necessariamente a meno problemi, “è indubbio che ci sono contesti dove gli inquilini hanno minori disagi”.
Bolognini risponde a Maran anche su Giambellino-Lorenteggio, zone gestite dalla Regione dove, stando alle parole dell’esponente del Pd, ci sono situazioni critiche. Stesso discorso per via Gola, San Siro e una parte del Corvetto: “Ci sono stati purtroppo dei problemi di bonifica che stanno ritardando molte opere pubbliche, non soltanto Aler”. Il pensiero di Bolognini si rivolge alle metropolitane: “Ne abbiamo alcune che sono in ritardo ormai di 8-9 anni a Milano, per gli stessi problemi che affronta la Regione nelle manutenzioni”. In Lorenteggio “una serie di criticità hanno rallentato l’avanzamento dei lavori – va avanti il leghista – in un immobile in particolare il Comune aveva rilasciato il permesso a costruire che ha poi revocato successivamente a causa della presenza del cantiere della metropolitana”. Un fatto che ha portato “a un aumento significativo dei tempi rispetto alle operazioni da fare su quello stabile – insiste Bolognini – questo per dire che l’intervento su Giambellino-Lorenteggio, sia per importo sia per numero di abitazioni, è molto complesso”. Tuttavia, “il dato positivo è che la prima volta che gli edifici pubblici ammalorati vengano demoliti e ricostruiti ex novo”. Quella in atto a Lorenteggio “è una rivoluzione copernicana rispetto all’edilizia popolare”. Poi, “i tempi non sono semplici purtroppo, ma il risultato sarà significativo e vedere questa mattina gli edifici di via Manzoni che sono stati demoliti per essere ricostruiti è un segnale importante”.
Bolognini, in conclusione, non risparmia una stoccata nei confronti di Maran: “Lui è assessore all’Urbanistica – affonda – deve occuparsi degli Scali di Milano. A oggi non ce n’è uno che abbia di fatto iniziato la rigenerazione in maniera effettiva. Mi sembra la prova evidente che nel pubblico i tempi e i modi sono quelli che sono”. Dunque “pensasse agli scali e alle metro – conclude – evitando magari di rilasciare concessioni a costruire per poi revocarli perché si allungano i tempi”. (Dire)