(da Libero Milano 15/10/2021)
Negli ultimi giorni il Sindaco Sala ha annunciato di volere provvedere alla complessiva ristrutturazione e rigenerazione delle case popolari di Milano grazie ai fondi europei del PNRR. Obiettivo ambizioso e condivisibile, ma che sconta ancora una volta, da parte del Comune, una visione molto parziale del tema. Purtroppo, il problema delle case popolari non si limita solo allo stato manutentivo degli immobili e degli alloggi, ma comprende anche la condizione sociale e la fragilità degli inquilini. Anzi, le principali criticità sono proprio queste ultime. A titolo di esempio, la morosità consolidata degli inquilini di Aler Milano ammonta a circa 200 milioni di euro e quella di MM supera i 100 milioni. In molti casi questa morosità è “incolpevole”, dovuta quindi alla materiale impossibilità, da parte degli inquilini, di pagare canone di affitto e spese per i servizi. La ristrutturazione degli alloggi oggi ammalorati va fatta per aumentare la qualità della vita degli inquilini. Vanno però risolti molti altri problemi. Ci sono interi quartieri dove gli alloggi sono stati ristrutturati, ma sono carenti i servizi sociali del Comune. Nel quartiere San Siro, insieme a circa 6.000 appartamenti Aler, non ci sono, ad oggi, uffici del Comune di Milano, ma solo una sede Aler e quelle di alcune associazioni.
Altro tema: a Milano ci sono circa 4.000 occupazioni abusive, dovute anche a carenze e inefficienze di entrambi i gestori. Per arginare il fenomeno sono necessari interventi di ordine pubblico e di presa in carico di famiglie, eventualmente sgomberate, da parte dei servizi sociali. Da anni mancano spazi o comunità dove ospitare minori e fragili in seguito ad uno sgombero e senza questi alloggi non è possibile allontanare nessuna famiglia con minori o situazioni di fragilità. A causa del Covid, infine, le procedure di assegnazione degli alloggi degli ultimi bandi sono andate a rilento e il Governo ha bloccato per molti mesi sgomberi e sfratti, anche nel settore privato.
Se il sindaco Sala potesse ristrutturare tutte le case popolari di Milano, dovrebbe prima sgomberare i 4.000 appartamenti oggi occupati abusivamente. Tutti noi auspichiamo senza se e senza ma che gli alloggi occupati vengano sgomberati celermente e assegnati a chi da anni aspetta invano una casa popolare, ma con quali mezzi e con quale personale il Comune di Milano si occuperebbe oggi della presa in carico delle famiglie bisognose? Le numerose richieste fatte da Aler di sgombero degli immobili occupati abusivamente non vanno già oggi spesso a buon fine per l’incapacità di intervento dei servizi sociali del Comune.
Tutti speriamo che sia possibile arrivare ad una gestione condivisa sul tema dell’edilizia residenziale, a differenza di quanto accaduto fino ad oggi. Il vero salto di qualità delle case popolari e, in generale, dei quartieri difficili, sarà possibile soltanto attraverso percorsi di inclusione e cittadinanza attiva e un potenziamento dei servizi sociali. Diversamente, resteranno soltanto interventi di facciata.