“In primo luogo, un saluto ai partecipanti a questa eccezionale giornata.
Un grazie sentito ai membri del Governo ed a tutte le autorità presenti ed un forte incoraggiamento a tutti coloro che interverranno, affinché lascino da parte ogni atteggiamento prudente: noi vogliamo da questa occasione di confronto parole decise, idee forti, progetti ambiziosi. Oggi, infatti, siamo qui perché la Regione Lombardia vuole costruire un tavolo di lavoro permanente che progetta e realizza il proprio futuro. Ragione per cui questo percorso comincia, ma non finisce oggi. Siamo quindi ad un appuntamento eccezionale a cui deve corrispondere una volontà altrettanto eccezionale. Dico quindi che da oggi parte anche uno sforzo di nuovo conio della nostra vita amministrativa e di programmazione degli interventi. Un nuovo sforzo che si concretizzerà adeguando, ove necessario, le nostre strutture amministrative e probabilmente creandone anche di nuove, poiché dovremo anche noi mostrarci all’altezza della sfida che vi proponiamo.
A me tocca il compito di indicare una rotta, di proporvi una prima idea guida del lavoro, entusiasmante peraltro, necessario nei prossimi anni. Rotta che io voglio qui riassumere intorno a un’idea di Lombardia come terra della conoscenza, del saper fare e delle opportunità. Terra della conoscenza perché dobbiamo batterci allo spasimo non solo per mantenere le nostre eccellenze, ma per moltiplicarle. Le nostre università, i nostri centri di ricerca pubblici e privati, le nostre imprese piccole e grandi. La sfida del sapere è la sfida di questo secolo e allora noi la giocheremo da protagonisti. Dobbiamo investire, poi ancora investire e poi, non paghi, investire ulteriormente. Dobbiamo portare qui talenti e trattenere i nostri, dobbiamo convincere il mondo ad affidarci ancora più risorse da investire.
Terra del saper fare perché abbiamo l’ambizione non solo di eccellere nell’ideare o progettare, ma perché vogliamo crescere come gigante del fare buona industria, buona agricoltura, buoni servizi. Voglio cioè dire che il nostro formidabile sistema produttivo merita attenzioni moltiplicate, facendo della sua articolata e distribuita organizzazione sul territorio, non un peso ma una forza. Dico allora che alle imprese bisogna dedicare ancora più risorse, in una logica di omaggio assoluto al merito ed alla legalità.
Infine, terra della opportunità, perché in Lombardia nessuno deve restare indietro. Noi vogliamo buone chances per tutti e bisogna lavorare per questo. Noi vogliamo servizi di eccellenza per chi ha bisogno di ritrovare una competenza professionale; vogliamo anche prenderci cura con gli standard più moderni ed elevati di tutti quelli che hanno bisogno di aiuto, e penso in primo luogo al nostro sistema sanitario. Dico quindi aiutateci a far in modo che grazie anche ai vostri progetti si guardi sempre di più a questa Lombardia – per chi già c’è – come ad una regione che ti da in relazione ai tuoi bisogni; e per chi potrebbe arrivare come un posto dove sogni e ambizioni posso trovare realizzazione.
Oggi siamo qui perché vogliamo affrontare insieme la grande sfida per il nostro futuro, che si chiama Lombardia 2030. E possiamo farlo innanzitutto partendo da quella consapevolezza, da quella forza che è cresciuta e si è consolidata nel periodo, così difficile, che ci siamo lasciati alle spalle. Abbiamo reagito ai momenti difficili e ne siamo usciti più forti e più consapevoli di quello che possiamo fare, di quello che sappiamo fare: e abbiamo reagito facendo davvero “tutto quello che era necessario”. Ne è l’esempio il Piano Lombardia, con investimenti imponenti – unica regione in Italia durante la pandemia – che ha generato quasi l’1 % del PIL lombardo e oltre 30.000 posti di lavoro.
LOMBARDIA FUTURA, GIOVANE, SENZA PAURA – Affrontare il presente con lo sguardo rivolto al futuro, perché questa è la Lombardia e questo è lo spirito di fondo che anima il nostro appuntamento di oggi: la Lombardia da sempre è abituata a guardare avanti. Il futuro è Nostro. Un futuro incerto? Sì, visti gli sconvolgimenti recenti. Ma un futuro da costruire, su basi nuove, proprio come nei periodi più bui della nostra storia. Il cambiamento non è sempre negativo, averne paura significa non coglierne le opportunità di sviluppo. A ciascuno chiediamo a partire dal suo particolare osservatorio un contributo che è a disposizione di tutti senza pregiudizi o colore politico. La visione che ci deve accompagnare nell’immaginare il futuro è quella di mantenere fede alle nostre tradizioni, la terra e l’industria, la storia, la cultura e il turismo, ma guardando tutti questi elementi da un punto di vista nuovo, quello che non rimpiange nulla del passato e guarda invece OLTRE. È una visione sfidante, stimolante, non arrendevole. Proprio come la natura dei lombardi.
LOMBARDIA INNOVATIVA E SOSTENIBILE – La nostra idea della Lombardia è quella di essere la terra della conoscenza, del saper fare e delle opportunità, in uno scenario in cui lo sviluppo e la crescita possono nascere solo dal virtuoso binomio sostenibilità – innovazione. È la sfida della Lombardia come smart land del futuro: sostenibile, sicura, connessa, attrattiva, sussidiaria, con più servizi, più equità, più coesione sociale. Una regione in cui tutti i territori abbiano opportunità e strumenti per essere competitivi ed attrattivi, ognuno con la sua specificità, compresi quelli più distanti dalle città. La Lombardia è un territorio metropolitano nel suo insieme, attraversato da flussi di persone, di merci, di informazioni, di finanza, di pensiero, e anche Milano, che rappresenta la punta di eccellenza, non può farne a meno. Cito come esempio virtuoso il disegno del progetto “Fili” – voluto con Ferrovie Nord -, che vuole costruire una infrastruttura verde lungo i binari della ferrovia da Milano Cadorna a Busto Arsizio riqualificando interi comparti urbani: un esempio di saper fare lombardo. Una smart land è connessa in senso digitale e con infrastrutture che permettano mobilità veloce e sostenibile. Trenord e FS sono qui oggi, e a loro chiedo una forte collaborazione per superare le criticità della rete che rende difficile la vita di tanti pendolari. Abbiamo acquistato treni per 2 miliardi, ma i problemi non sono risolti a causa di una rete non adeguata. Non possiamo aspettare ancora per anni: ogni capoluogo lombardo dovrà collegato a Milano con un percorso di un’ora al massimo. So bene che questa sarà una sfida difficile da vincere, ma sarà necessario perseguire l’obiettivo con ogni mezzo. Una smart land è connessa anche con ciclovie, strade ed autostrade. Una smart land offre servizi di base sociosanitari all’altezza, integrati con quelli dei Comuni, oltre a servizi sanitari di eccellenza riconosciuti a livello internazionale. Sempre al centro: la persona. Una Smart land rispetta il lavoro e la sua dignità, a partire dalla dignità del salario e dalla sicurezza sui luoghi di lavoro, tema sul quale stiamo proficuamente lavorando con i sindacati e tutte le associazioni economiche ad un documento comune. Una smart land fa della sostenibilità ambientale e della coesione sociale i propri pilastri, ed affronta le sfide del futuro investendo su ricerca ed innovazione. Una smart land è una terra che rispetta e cura il proprio territorio ed è capace di valorizzarlo al meglio attraverso agricoltura, allevamenti, prodotti tipici che tutto il mondo ci invidia. Proponiamo un distretto dell’agri-food in area ex-expo che faccia rete con i centri di ricerca ed intelligenza presenti in Lombardia. Una scommessa che possiamo vincere. Una smart land non è fatta solo di eccellenze urbane, adatte a pochi privilegiati, indifferenti verso le periferie: per questo abbiamo pensato a una “agenda del controesodo” e stiamo investendo energie e risorse in modo particolare sulle nostre aree interne. Una smart land è inclusiva, sa accompagnare e sostenere anche le persone fragili. Noi siamo convinti che a tutti debbano essere date le possibilità per sperimentarsi, per esprimere al meglio il proprio talento, avere possibilità di riuscire per il proprio merito e non per la propria provenienza. La Lombardia della conoscenza sarà al centro dell’impegno nei prossimi anni, e dovrà costituire l’asse fondamentale di sviluppo sul quale appoggiare gran parte delle iniziative future. Le nostre università sono infatti riconosciute come centri di eccellenza, così come parallelamente lo sono gli ITS, su cui vogliamo continuare ad investire, per rispondere al bisogno di professionalità espressi dalle imprese. Per noi sostenibilità vuol dire maggiore ricerca e innovazione per continuare a crescere. La risposta per guardare ad un futuro sostenibile è il coraggio, la voglia e l’impegno di cambiare passo.
LOMBARDIA SEMPLICE – Una smart land è semplice e diretta nel rapporto con i suoi cittadini ed i suoi stakeholders. Semplificare significa innanzitutto considerare i cittadini come persone oneste di cui fidarsi. E anche cambiare metodi, cambiare punto di vista, cambiare finanche le persone – oserei dire. Tutto ciò si dovrà fare tutti insieme. Oggi sono ancora tante le regole che confliggono con la necessità di decisioni rapide e trasparenti. Occorrono più di tre anni per arrivare alla aggiudicazione di un appalto. Sempre che non ci siano ricorsi al TAR. E solo dopo si comincia il cantiere, e spesso si deve ricorrere ai commissari straordinari che derogano al codice dei contratti. Bisogna riscrivere il codice degli appalti, ed insieme va fatta una radicale semplificazione delle procedure autorizzative, oggi così complesse da prestarsi ad infiniti ricorsi.
LOMBARDIA AUTONOMA – Per attuare davvero questa smart land occorre maggiore autonomia, per poter assumere seriamente impegni e responsabilità nei confronti dei nostri cittadini. Abbiamo bisogno di autonomia per rendere più efficienti i servizi per i cittadini, per poter pagare di più i nostri medici o i nostri insegnanti, perché vogliamo mettere il pubblico in condizioni di competere, in modo sano, col privato. La strada verso l’Autonomia passa dalla volontà di velocizzare, semplificare, modernizzare; la strada verso l’Autonomia è il decentramento che va verso la vivacità del territorio. L’autonomia, motivata dal merito, è un meccanismo premiante per le regioni che sanno ben amministrare e che comporterà anche un efficientamento delle Amministrazioni centrali con l’obiettivo di servizi migliori. Non vogliamo più risorse, vogliamo poter gestire da soli e meglio quelle che ci vengono trasferite. Per valorizzare ancor di più l’autonomia, vogliamo rafforzare il metodo che sta da decenni ormai alla base dell’agire politico in Lombardia: il confronto continuo, nei territori, con i tavoli settoriali, con il Patto per lo sviluppo. E vogliamo continuare ad essere un player internazionale, che guarda oltre i suoi confini e si confronta con i migliori a livello europeo (i quattro motori d’Europa) e internazionale. In questo senso, la sfida di Milano-Cortina 2026, oltre che di sviluppo dei territori, è anche di riposizionamento internazionale: come già Expo Milano nel 2015, le Olimpiadi possono accrescere il prestigio europeo e mondiale della nostra Regione. Oggi abbiamo di fronte il rischio che la locomotiva d’Italia rallenti. Il costo dell’energia è insopportabile per famiglie ed imprese, l’inflazione erode il potere di acquisto e i dati sulla povertà ci raccontano di un suo aumento anche in Lombardia con settori mai toccati prima sia per strato sociale che per età. Noi siamo convinti che non si può vivere solo consumando il capitale sociale, economico e finanziario accumulato dalle generazioni precedenti, non si possono consumare le risorse naturali senza preoccuparsi dell’ambiente. Per questo chiediamo al governo di stanziare fondi per gli investimenti pubblici e non solo per il PNRR. Altrimenti dovremo trovare noi ulteriori risorse a scapito di nuovi investimenti. Abbiamo condiviso un manifesto sull’energia che individua un insieme di azioni che devono essere messe in campo dalle istituzioni: dall’Europa, al governo nazionale, alla Regione, ai diversi soggetti. Regione Lombardia ha impegnato circa 400 milioni in questi anni per iniziative per l’efficientamento energetico di immobili e cicli produttivi, e ne impegnerà altri 630 nei prossimi anni con la programmazione 21-27. Sono necessarie risposte oggi, per questo abbiamo attivato – sin dalle fasi più buie della pandemia – risorse importanti per la liquidità e il credito alle imprese. Il nuovo governo, con cui fin da subito abbiamo avviato una interlocuzione proficua ha programmi ambiziosi su questo punto, e troverà certamente la piena collaborazione da parte nostra. Per programmare il futuro dobbiamo diventare ancor più capaci di leggere i dati: la transizione digitale ha senso anche se ci permette di conoscere per decidere, di prevedere per progettare: scelte data-driven e analisi predittive devono essere alla base del nostro metodo di lavoro ed affrontare con serietà vere e proprie “bombe a orologeria” come la questione demografica e l’invecchiamento progressivo della popolazione che si accompagna alla denatalità.
LOMBARDIA APERTA, FATTA DALLE E PER LE PERSONE – La mia idea di Lombardia 2030 è dunque una terra aperta: alle novità, ai cambiamenti, alle sfide. Una Lombardia che non ha paura di modificarsi, di dire sì al nuovo e all’inatteso. Lombardia costruita dalle persone e per le persone, per questo occorre continuare ad investire sul capitale umano e sul capitale sociale. La Lombardia è forte perché è forte il suo tessuto sociale, il tessuto di associazioni di rappresentanza, di ONLUS, di soggetti culturali che la rendono viva. Noi siamo convinti del valore della sussidiarietà, del riconoscere e sostenere quanti riescono a dare risposte e non solo chiedere che qualcun altro lo faccia. Una sussidiarietà orizzontale, riconoscendo il ruolo che il privato svolge sia nella sanità che nella scuola e senza il quale saremmo tutti più poveri e con meno servizi, perché il pubblico non avrebbe nemmeno le risorse per riuscire a dare risposte non dico migliori, ma almeno uguali. E una sussidiarietà verticale rispettosa dei Comuni e delle province, come attori del sistema democratico. Il nostro territorio è ampio e spesso i sindaci sono l’unica e ultima istituzione sul territorio. Noi chiediamo loro di guardare oltre il proprio confine amministrativo e concertare strategie che rendano i territori attrattivi. Tanti gli spunti che ho voluto mettere sul tavolo, ma solo come ingredienti per un dialogo tra di noi, per ascoltare, per confrontarci a partire dai temi e dalle priorità che i tavoli tematici svolti nei giorni scorsi hanno messo a fuoco. Oggi ascolteremo idee, stimoli, critiche, scenari che sono usciti dal confronto dei tavoli di lavoro e che ci auguriamo possano essere alla base della prossima programmazione regionale. Ringrazio tutti i presenti e i membri del governo che ci onorano della loro presenza. Conoscenza, opportunità, saper fare, sostenibilità: queste le nostre parole chiave, queste le basi su cui costruire la Lombardia del futuro, percorso che si potrà fare solo mettendo al centro una parola: insieme. La Lombardia di domani siamo noi adesso.”