MILANO, 23 NOVEMBRE – Nell’anno del centenario di don Luigi Giussani, fondatore di Comunione e Liberazione, Regione Lombardia ospita la mostra a lui dedicata. Attraverso un percorso ricco di testimonianze, scritti, musiche, audio e video anche inediti è dunque possibile ricordare la figura, il pensiero e l’opera di questo sacerdote nato a Desio, in Brianza, il 15 ottobre 1922 e scomparso il 22 febbraio 2005 a Milano. La mostra, visitabile fino a domenica 27 novembre nel foyer dell’Auditorium Testori (dalle 10 alle 20) è stata inaugurata dal presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana; dall’assessore ai Giovani, Comunicazione Sviluppo della città metropolitana, Stefano Bolognini e dal presidente della Fraternità di Cl, Davide Prosperi.
“È giusto ricordare il messaggio di don Giussani – ha sottolineato Fontana – perché molti dei suoi principi, dei suoi valori e dei suoi insegnamenti, a partire dalla libertà, dalla centralità dell’uomo e la sussidiarietà si riscontrano nella comunità lombarda. È stato un grande lombardo, che ha saputo trasmettere messaggi importanti e quindi da lombardo è giusto ricordarlo con la doverosa attenzione”.
A MAGGIO LA CONSEGNA DEL PREMIO SPECIALE ‘ALLA MEMORIA’ Lo stesso presidente Fontana, lo scorso mese di maggio, aveva consegnato al presidente Prosperi la massima onorificenza lombarda, vale a dire il ‘premio alla memoria’ in occasione della cerimonia di consegna del ‘Premi Rosa Camuna’.
PROSPERI: DON GIUSSANI HA LASCIATO UNA TRACCIA INDELEBILE – “Questa mostra – ha proseguito Prosperi – è sorta dal desiderio di comunicare a tutti chi è stato quest’uomo e perché la sua persona sia stata e tutt’ora sia così cara al cuore di così tante persone. La vita di don Giussani ha lasciato una traccia indelebile nella storia. Migliaia di uomini in tutto il mondo sono stati segnati in un modo o nell’altro, dall’incontro con la sua persona e la loro vita è stata irreversibilmente cambiata. Chi è stato trapassato dal suo sguardo, chi è stato conquistato dalla sua voce roca, eppure, calda e decisa, chi più indirettamente, ma non meno incisivamente, lo ha incontrato leggendo i suoi libri o attraverso la mediazione di altre persone cambiate dall’incontro con lui”.
L’assessore Stefano Bolognini, vero artefice dell’installazione di questa mostra a Palazzo Lombardia, ha sottolineato come tanti aspetti della vita di don Giussani siano in qualche modo riconducibili alle sue deleghe: il suo rapporto con Milano e la Lombardia, il suo ruolo di educatore di giovani, la sua concezione laica di impegno nella vita civile e politica.
BOLOGNINI, SACERDOTE PROFONDAMENTE LEGATO A MILANO E GRANDE EDUCATORE – “Giussani – ha continuato Bolognini – è stato un sacerdote profondamente legato a Milano. Un legame fatto di luoghi precisi: il Berchet, dove ha insegnato; l’Università Cattolica, l’Istituto Sacro Cuore di via Rombon, dove visse gli ultimi anni della sua vita. E infine, il Cimitero Monumentale, dove ogni giorno centinaia di persone si raccolgono in preghiera di fronte alla sua tomba”.
L’ EDUCAZIONE COME INTRODUZIONE ALLA REALTÀ – Giussani è stato anzitutto un educatore. “Educare – ha precisato Bolognini – significa introdurre alla realtà non solo istruendo e rendendo abili, ma innanzitutto consegnando un significato per giudicare tutto. Giussani disse una volta ad alcuni insegnanti che l’educatore non è colui che sta davanti ai ragazzi per ammaestrarli, rimuovendo per loro gli ostacoli, ma è colui che sta dietro di loro, incitandoli a correre, a saltare gli ostacoli attraverso il costante richiamo a guardare in alto, a guardare l’ideale verso il quale tendono, a vivere intensamente il reale”. E proprio quello dell’educazione è un aspetto che ha colpito molto Bolognini che nella sua veste di assessore ai giovani cerca di creare sempre nuove opportunità “affinché i nostri ragazzi possano essere educati a vivere da protagonisti nella propria vita personale, portando anche un contributo alla costruzione del bene di tutti”. (LNews)