MILANO, 08 GIUGNO – “Preoccupato” per le minacce rivolte a lui e alla sua famiglia ma anche “tranquillo” per il suo operato da governatore e per l’impegno messo in campo nella gestione dell’emergenza il Coronavirus. Così il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, ha illustrato il proprio stato d’animo al pm Alberto Nobili che venerdì scorso lo ha ascoltato come parte offesa nell’ambito dell’inchiesta avviata dalla procura di Milano dopo la scritta “Fontana assassino” comparsa nelle scorse settimane su un muro di Crescenzago, quartiere alla periferia Sud di Milano, e rivendicata dai Carc, i Comitati di Appoggio alla Resistenza Comunista, e le decine di messaggi con minacce e insulti arrivati al governatore ai suoi famigliari non solo via social, ma anche con lettere recapitate via posta a casa della famiglia Fontana.
Stando a quanto si è appreso in ambienti giudiziari milanesi, durante il colloquio con il pm il governatore ha manifestato forte preoccupazione, anche a nome dei propri familiari, per i messaggi intimidatori ricevuti nelle ultime settimane. Commenti postati sui principali social network ma anche messaggi cartacei che il suo legale, l’avvocato Jacopo Pensa, ha raccolto in un dossier intitolato “clima d’odio” già presentato in Procura e ora all’esame degli inquirenti milanesi che indagano per minacce aggravate e diffamazione. Fontana ha nche rivendicato la correttezza del proprio operato di amministratore e della gestione lombarda dell’emergenza Covid, definendosi “tranquillo” davanti al magistrato.
Nessun decisione, infine, sulla strategia giudiziaria da adottare di fronte al “clima d’odio” che ha travolto lui e la sua famiglia. Per il momento il governatore si è limitato a una presa d’atto delle minacce ricevute, riservandosi per il futuro ogni decisione su eventuali iniziative giudiziarie da intraprendere come la presentazione di una querela. (askanews)