(da Libero Milano 09/04/2021)
Caro Direttore,
nei giorni scorsi il PD milanese ha sentito l’irrefrenabile bisogno di lanciare l’ennesima, surreale, polemica contro Regione Lombardia. Il tema è il superbonus 110% per la ristrutturazione e l’efficientamento energetico delle case popolari a Milano. Nei giorni scorsi, Palazzo Marino ha annunciato un piano per usufruire di questo bonus, tramite il suo gestore delle case popolari MM. Si potrebbe già discutere del fatto che si dia per completata tutta una procedura che è, di fatto, ai prodromi delle premesse, perché deve essere ancora indetta la gara per la progettazione degli interventi, alla quale seguirà l’appalto vero e proprio e poi l’apertura del cantiere. Non una questione di qualche giorno, insomma. Nonostante questo, l’assessore Maran ha trovato il tempo di vergare un polemico tweet, in cui auspicava che Aler Milano (e quindi Regione Lombardia), cito testualmente, “provvedesse ad analoghi interventi”.
Peccato che Aler e Regione questi “analoghi interventi” li abbiano già messi in campo e da molto prima che il Comune di Milano presentasse il proprio “rivoluzionario” piano. Non solo, a inizio marzo due cantieri basati sul superbonus 110% sono già partiti, precisamente in via Stamira d’Ancona e alle “Case Bianche” di via Salomone. Se l’Assessore Maran volesse fare due passi da quelle parti sono sicuro che otterrebbe due risultati: si accorgerebbe che i lavori procedono e si renderebbe conto della figuraccia che ha fatto.
Peraltro, entro l’estate è previsto il via ad altri cantieri a Milano e provincia con interventi dall’importo totale di 60 milioni di euro e, nel giro di pochi mesi, Aler Milano prevede di pubblicare anche un nuovo bando dall’importo complessivo di 400 milioni per la progettazione e l’esecuzione di nuove ristrutturazioni e opere di efficientamento energetico, sempre tramite il bonus 110%. Tutte queste informazioni, peraltro, sono pubbliche e facilmente reperibili, quindi è strano che l’assessore Maran e i suoi compagni di partito non le abbiano avute o lette, ma forse erano troppo impegnati a disegnare piste ciclabili.